" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

STORIA DELL'OLOCAUSTO
Klaus P. Fischer
Newton & Compton Editori pag. 527





"Lo sterminio degli Ebrei d'Europa rimane il peggior crimine commesso dai nazisti. Rifiutando il termine antisemitismo, che considera un eufemismo impreciso del tardo XIX secolo, e adottando quello di giudeofobia, che a suo  parere costituisce una descrizione più corretta di una distorsione paranoide della realtà, Fischer ricostruisce in queste pagine la storia lacerata dei rapporti ebraico-tedeschi per oltre un millennio, dall'emigrazione e dalla ghettizzazione nel Medioevo all'Illuminismo e all'emancipazione nel XVIII secolo, ai vari pregiudizi antiebraici nel Secondo Reich, fino alla nascita di una giudeofobia tedesca sia essenzialmente di quattro tipi: cristiana o comunque religiosa, socialmente discriminatoria, nazionalistica o xenofobica e, infine, biologico-razziale. Lo scopo del suo libro è quello di spiegare come e perché un pregiudizio religioso si sia poi trasformato in una discriminazione sociale e politica, per scatenare infine lo sterminio."

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LA BAMBINA CHE AVEVA MANGIATO UNA NUVOLA GRANDE COME LA TOUR EIFFEL

Romain Puèrtolas
Einaudi 2015 pag. 205














"Quindi cercava di resistere per smentire i dottori. Per smentire la malattia. Anche se le sue braccia erano ancora fragili come i giovani virgulti di un albero, il suo spirito era composto da una lega di metalli indistruttibili. Perché lo spirito è molto più forte del corpo. Sempre. E anche il buonumore. Un sorriso, una risata spaccano tutto, intorno a se', come un grosso bulldozer, spaccano la malattia, polverizzano la tristezza. Quando la vita ci porta via con una violenta sforbiciata il volto e il cuore, quando perdiamo tutto ciò che fa di noi degli esseri umani, quando perdiamo gli occhi o le orecchie o i polmoni, quando ridiventiamo neonati e non riusciamo più a lavarci da soli, quando la vecchiaia ci spezza le ossa, quando le lacrime ci bruciano gli occhi ma la testa ce l'abbiamo ancora,  ci fa bene ridere, sorridere e combattere. Una risata è la cosa peggiore che possa capitare alla malattia. Riderle in faccia. Non perdere mai la speranza. Non arrendersi mai. Perché l'avventura non è finita." 





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LA BICI FELICE Pedalare fa star bene                                                               

AA.vv.

Ediciclo 2015 pag. 107









"Come tutte le mattine, mi sono alzato presto, ho fatto colazione mentre tutti ancora dormivano, e poi ho preso la bici per andare al lavoro. 
Quattro chilometri ad andare e cinque per tornare. Si perché al ritorno, verso sera, passo dal mio amico Mario, un vecchio ferroviere con la passione per i trenini e le bici d'epoca. Ne possiede alcune eccezionali, vecchie ma tutte funzionanti, come le sue bellissime piccole locomotive che si costruisce da solo.
Infilando la chiave nella porta dello studio al primo piano del condominio dove da ormai otto anni ho trasferito tutte le mie cose di lavoro, mi sono ricordato che avevo promesso a Tiziana, mia moglie, che avrei rovistato tra le cose di mia mamma per cercare il vecchio ferro da stiro perché il nostro si era rotto.
In garage non ci dovevo tenere la macchina, visto che al lavoro ci andavo in bicicletta. Mi piaceva girare in "slow bike", come dice il mio amico Silvano, per assaporare tutto quello di cui per tanti anni non mi ero mai accorto: la normalità. La normalità delle vie, la normalità delle case, la normalità della gente che ti saluta.
Non serve fare il giro del mondo in solitario in barca per essere eccezionali e fare delle cose prodigiose. Prodigioso è uscire tutte le mattine in bici e riuscire ad arrivare indenni sul posto di lavoro senza essere "arrotati"..."