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LA BICI FELICE Pedalare fa star bene
AA.vv.
Ediciclo 2015 pag. 107
"Come tutte le mattine, mi sono alzato presto, ho fatto colazione mentre tutti ancora dormivano, e poi ho preso la bici per andare al lavoro.
Quattro chilometri ad andare e cinque per tornare. Si perché al ritorno, verso sera, passo dal mio amico Mario, un vecchio ferroviere con la passione per i trenini e le bici d'epoca. Ne possiede alcune eccezionali, vecchie ma tutte funzionanti, come le sue bellissime piccole locomotive che si costruisce da solo.
Infilando la chiave nella porta dello studio al primo piano del condominio dove da ormai otto anni ho trasferito tutte le mie cose di lavoro, mi sono ricordato che avevo promesso a Tiziana, mia moglie, che avrei rovistato tra le cose di mia mamma per cercare il vecchio ferro da stiro perché il nostro si era rotto.
In garage non ci dovevo tenere la macchina, visto che al lavoro ci andavo in bicicletta. Mi piaceva girare in "slow bike", come dice il mio amico Silvano, per assaporare tutto quello di cui per tanti anni non mi ero mai accorto: la normalità. La normalità delle vie, la normalità delle case, la normalità della gente che ti saluta.
Non serve fare il giro del mondo in solitario in barca per essere eccezionali e fare delle cose prodigiose. Prodigioso è uscire tutte le mattine in bici e riuscire ad arrivare indenni sul posto di lavoro senza essere "arrotati"..."
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