" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

SARA' VERAMENTE L'ULTIMO CAVALIER ERRANTE? E NOI ...?

DON CHISCIOTTE
Cervantes
Mondadori
2008
Due voll.
pag.1448





        "In un borgo della Mancia, di cui non voglio ricordarmi il nome, non molto tempo fa viveva un gentiluomo di quelli con lancia nella rastrelliera, scudo antico, ronzino magro e can da seguito. Qualcosa in pentola, più spesso vacca che castrato, quasi tutte le sere gli avanzi del desinare in insalata, lenticchie il venerdì, un gingillo il sabato, un piccioncino ogni tanto in più la domenica, consumavano tre quarti delle sue rendite; il resto se ne andava tra una casacca di castoro con calzoni e scarpe di velluto per le feste, e un vestito di fustagno, ma del più fino, per tutti i giorni."



       "In quel mentre scorsero trenta o quaranta mulini a vento che si trovano in quella pianura, e appena Don Chisciotte li vide, disse al suo scudiero:
    - La fortuna guida i nostri affari meglio di quanto avremmo potuto desiderare. Guarda, amico Sancio, ecco là una trentina, o poco più, di giganti smisurati, con cui mi propongo di venire  a battaglia e di ucciderli tutti. Con le loro spoglie cominceremo ad arricchirci, perché è buona guerra e perfetto servizio di Dio il levar dal mondo così cattiva semenza.
   - Che giganti? - domandò Sancio Panza.
   - Quelli là - rispose Don Chisciotte - con le braccia lunghe. Alle volte alcuni le hanno di quasi due leghe.
   - Badi bene, sa - rispose Sancio - che quelli là non sono giganti, ma mulini a vento, e quelle che paion braccia, son le ali, che mosse dal vento fanno andare la macina.
   - Si vede bene - rispose Don Chisciotte - che d'avventure non te ne intendi: quelli là son giganti, caro mio; e se hai paura, allontanati e mettiti a pregare, mentre io vo a ingaggiare con loro una fiera e inegual tenzone.





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