" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

LA TESTIMONIANZA STORICA DI UN'ESPERIENZA UNICA E SCONVOLGENTE

IL SERGENTE NELLA NEVE
Rigoni Stern Mario
Einaudi
2012
pag.139







Tourn, il piemontese, era il più allegro di tutti anche se aveva un po' di paura. L'avevano mandato al nostro battaglione per punizione perché era rientrato in ritardo dalla licenza. In principio non si era trovato bene con noi ma poi si, e molto. Quando rientrava nella tana, dopo il suo turno di vedetta, gridava: 
  - Madamin c'al porta 'na buta!
Bodei, che era bresciano come tutti gli altri, rispondeva: 
  - Bianco o negher?
  - Basta c'al sia! - riprendeva Tourn e poi cantava nel suo dialetto: 
  - All'ombretta di un cespuglio...
Un giorno gli chiesi: 
  - Tourn, hai ricevuto posta da casa? 
  - Sì, - disse lui, - l'ho già fumata tutta.
Tourn, infatti, raccoglieva tutte le cicche, ne levava il tabacco e con le lettere che riceveva da casa "per via aerea" faceva cartine. Lui così fumava sempre e faceva in modo che da casa gli scrivessero sempre "per via aerea" per aver carta sottile.



Sono solo in mezzo alla strada e mi guardo attorno.
Mi si avvicina un vecchio e mi indica, dietro una fila di isbe, in un orto, un cumulo di terra. Dalla terra sporge un comignolo,e dal comignolo esce del fumo. Mi fa cenno di andare là e scendere giù. E' un rifugio antiaereo. All'altezza del terreno vi sono due piccole finestre con vetri, scendo per una scaletta, scavata nel terreno e busso alla porta. Provo a spingere ma è chiusa dall'interno. Qualcuno viene ad aprire, è un soldato italiano. - Siamo già in tre qui, - dice, - e una famiglia russa. - E richiude la porta. Batto: - Lasciatemi entrare, - dico, - mi fermerò poco, voglio solo dormire un po', non mi fermerò tanto -. Ma la porta resta chiusa. Busso, la porta torna ad aprirsi, si affaccia una donna russa e mi fa cenno di entrare.



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