" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

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UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA


Tiziano Terzani

Longanesi 2004 pag. 578

(usato)




"Ogni stagione ha i suoi frutti, e la mia stagione giornalistica aveva fatto i suoi. Mi succedeva ormai di ritrovarmi sempre piu' spesso in situazioni simili a quelle in cui ero gia' stato, ad affrontare problemi che gia' conoscevo. Il peggio era che scrivevo sentendo l'eco di storie e di parole gia' scritte vent'anni prima. E poi: i fatti, dietro ai quali un tempo correvo con la passione di un segugio, non mi interessavano piu' allo stesso modo. Col passare degli anni avevo incominciato a capire che i fatti non sono mai tutta la verita' e che al di la' dei fatti c'e' ancora qualcosa - come un altro livello di realta' - che sentivo di non afferrare e che comunque sapevo non interessare il giornalismo, specie per come viene ormai praticato. Avessi continuato in  quel mestiere, al massimo avrei potuto tentare di essere come ero gia' stato. Il cancro mi offriva una buona occasione: quella di non ripetermi. Non era la sola. Lentamente mi accorsi che il cancro era diventato una sorta di scudo dietro il quale mi proteggevo, una difesa contro tutto quel che prima mi aggrediva, una sorta di baluardo contro la banalita' del quotidiano, gli impegni sociali, contro il fare conversazione. Col cancro mi ero conquistato il diritto di non sentirmi piu' in dovere di nulla, di non avere piu' sensi di colpa. Finalmente ero libero. Totalmente libero. Parra' strano, e a volte pareva stranissimo anche a me, ma ero felice.
"Possibile che bisogna proprio avere il cancro per godere della vita?" mi scrisse un vecchio amico inglese..."

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