LA LUGER DEL CAPITANO HARALD
di Claudio Ferro
Ed. A&B
2013
pag.143
''Don Alessandro uscì dalla chiesa; si era rivolto al l'Altissimo appena era iniziato il rastrellamento e alla fine la sua sofferta preghiera aveva dato i frutti: non soltanto Dio gli aveva indicato la giusta via ma, soprattutto, lo aveva fornito del coraggio necessario per portarlo a termine.
- Capitano, potrei parlarvi? -
Harald rabbrividì di piacere per la seconda volta nella stessa mattinata, mentre si domandava per quale arcano in quell'insignificante villaggio vi fosse una concentrazione di dignità così superiore alla media.
Si girò e inquadrò il parroco: sorrise, pensando che forse era la sottana a dare a quei montanari gli attributi che dovrebbero esseri propri di un uomo.
- Dite pure, padre. -
- Se cercate il colpevole del massacro dei vostri uomini, lo avete davanti: sono stato io. -
- Davvero siete stato voi? - chiese Harald, avvicinandosi al prete.
Il religioso annuì; con un fulmineo scatto del piede, il capitano fece cadere il bastone di legno che Don Alessandro usava per sostenersi: il prete stava per cadere, ma, prontamente, Harald lo sostenne, mentre con uno sguardo ordinò a uno dei suoi di raccogliere il bastone.
- Scusate, padre: non volevo mancare di rispetto alla veste che indossate. - disse l'ufficiale. - Ma la vostra mancanza di rispetto verso la mia intelligenza mi ha costretto a tanto. - ''
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