" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

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FAMIGLIA E NUOVI MEDIA


Marco Deriu
Maria Filomia


San Paolo 2015 
pag. 187










"...i social network rappresentano un ambiente ambiguo e, per certi aspetti,  paradossale, in quanto costituito contemporaneamente da legami reali e da legami virtuali. I tre principali paradossi che caratterizzano le relazione tramite i social sono i seguenti: a) se da un lato essi possono essere usati per modificare la propria identità sociale (impression management) è altresì  vero che anche l'intervento esterno può facilmente modificare il modo in cui l'identità del soggetto è percepita dagli altri utenti (reputation management); b) se la propria identità sociale (personal branding) può essere direttamente determinata dall'utente, è anche vero che altri possono ricostruire l'identità reale del soggetto seguendo le tracce lasciate dalle sue identità virtuali; c) se i social permettono all'utente  di gestire i suoi contatti con poco sforzo allargando la sua rete sociale senza distinguere fra legami forti (amicizie vere) e legami deboli (semplici conoscenze), al contempo possono provocare il progressivo venir  meno della percezione della differenza tra gli uni e gli altri. La natura ibrida dei social network consente agli utenti di vivere in uno spazio sociale particolare, una sorta di "interrealtà" che incrocia  i legami reali con quelli virtuali. Questa natura ibrida porta i social ad avere una doppia faccia, positiva e negativa: la prima  può creare nuove opportunità d'incontro, la seconda può generare nuovi problemi nella gestione della propria identità e della propria privacy..."
Spezzare il pane

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SPEZZARE IL PANE
Gesù a tavola e la sapienza del vivere

Enzo Bianchi
Einaudi pag. 110
















"Oggi è urgente che gli umani riscoprano la communitas la quale, sola, può aiutare i tentativi di equa redistribuzione delle ricchezze del pianeta; è urgente che ritrovino l'idea di bene comune, per la felicità della convivenza; è urgente che si esercitino alla convivialità, per ritrovare i legami sociali, la possibilità di instaurare una fiducia reciproca che si traduce in responsabilità l'uno verso l'altro, a partire dalla convivialità, dalla condivisione del cibo. Condivisione del cibo non significa solo l'atto finale dello spezzare il pane insieme, bensì anche il rispetto del lavoro del produttore di alimenti, il riconoscimento del lavoro dei contadini, la sostenibilità sociale ed ecologica, l'instaurazione di un mercato equo e solidale e, all'inizio dei processi, l'affermazione della proprietà comune dei semi e la destinazione della terra a quanti lavorano. Il cibo, dunque, è tale quando è condiviso, altrimenti è veleno per chi se lo accaparra e morte per chi non ce l'ha. Il mondo, purtroppo, sembra diviso tra chi non ha fame perché ha troppo cibo e chi ha fame perché non ne ha. In virtù di questa perversa situazione, molti sono esclusi dalla società in cui vivono e diventano ben più che sfruttati: diventano avanzi, scarti, rifiuti... Il paradosso dell'abbondanza in cui credevamo di vivere, con la crisi economica di questi ultimi anni ha mostrato che la miseria può essere tra di noi e colpire qui, nelle nostre terre, uomini e donne che vivono tra la penuria e la fame, faticando ad avere ciò che è necessario per vivere e dovendo così ricorrere all'aiuto di istituzioni caritative. Ripeto, qui in mezzo a noi!"