" I DISCORSI PIU' VERI SONO QUELLI CHE FACCIAMO PER CASO, TRA SCONOSCIUTI."

Cesare Pavese Dialoghi con Leucó

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SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO

Antonio Manzini
Sellerio 2015 pag. 115












"Doveva andare a Milano. Immediatamente. Quando cinque ore dopo arrivò davanti alla casa editrice, la sede della Gozzi non c'era più. La strada, il civico erano gli stessi, ma il palazzo familiare di fine '800 che ogni volta lo accoglieva e gli ricordava che il suo editore ci sarebbe sempre stato, solido come un faro pronto ad affrontare le offese del tempo e gli sconquassi delle crisi, quel palazzo non c'era più. In meno di una settimana era stato fagocitato da un cappuccio di cristallo scuro. Ed era sparito pure il tabaccaio all'angolo, e il garage. Sotto un'enorme antenna metallica campeggiava la parola "Sigma" in argento. Entrò e si trovò in una hall silenziosa. Sparite le fotografie in bianco e nero di Pavese, Vittorini, Bassani, Moravia e Parise. Al loro posto una serie di serigrafie astratte su specchio e una scritta al neon con il logo della nuova casa editrice. Al centro un enorme tavolo tondo dietro al quale tre ragazze, una nera, una bianca e un'asiatica, parlavano al telefono. La caucasica sollevò lo sguardo su Giorgio.
"Buongiorno, dica..."
"Devo parlare con Osvaldo Recco, il responsabile della narrativa italiana..."
"Lei chi è?" fece la ragazza.
Lei chi è?
Mai quella domanda era risuonata in quel palazzo. Tutti sapevano chi fosse Giorgio Volpe. Strega, Campiello, Viareggio, Chiara, i premi li aveva vinti tutti! Addirittura si vociferava di una sua probabile candidatura a Stoccolma! E invece adesso quella ragazzina in tailleur blu con fazzoletto nero intorno al collo e il nome sul cartellino sopra il seno, gli aveva appena chiesto il suo nome.
A Giorgio Volpe!"
      

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Il LIBRO DELL'IGNORANZA


John Lloyd & John Mitchinson
Einaudi 2007 pag. 226

(usato) 














Il catalogo più completo di tutti gli errori, i fraintendimenti, le cantonate che abbiamo sempre scambiato per pura verità.
Storia, geografia, scienza, cultura generale: questo libro svelerà tutta la nostra ignoranza.


  • Qual è la costruzione umana che si vede dallo spazio? La grande muraglia cinese? Sbagliato.


  • Che cosa contiene la gobba dei cammelli? Acqua? Figuriamoci


  • Chi infila la testa sotto la sabbia? Gli struzzi? No di certo.


  • Di dove sono i cappelli detti Panama? Sicuramente non di lì.

Questo libro è un distillato dei tentavi di molti individui di capire il mondo che li circonda, ma è in debito soprattutto con la squadra di ricerca del QI (Quite Interesting, Quantomai Interessante) un gruppo di persona ad alto tasso di curiosità, bassa soglia di noia e una certa arte nel porre domande difficili.



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 PICCOLA PIUMA


Eran Kroband
Corbaccio 2002 pag. 214 

(usato)                                                  














Siamo alla fine del XIX secolo, un gruppo di pionieri scozzesi arranca nella neve delle montagne del Colorado quando, all'improvviso, vengono attaccati dagli indiani. Cercando di sfuggire alla morte certa che li attende, si inoltrano in una stretta valle inseguiti dai loro assalitori. Il rumore dei cavalli però, unito a quello degli spari, provoca un'immensa valanga di neve e rocce che chiude completamente l'ingresso della valle.
Tagliati fuori dal mondo, senza vie di fuga, gli indiani e gli scozzesi devono scegliere se uccidersi a vicenda o trovare un modo di convivere. Ha così origine una piccola comunità, un porto di pace e di saggezza di nome Loneliville...


"La ragione per cui siamo testimoni di un numero minore di miracoli in questi nostri meravigliosi tempi moderni non è perché ne accadono di meno. Al contrario, i miracoli succedono ora come sempre. Ci saltano addosso, ci danzano intorno, battono le mani sonoramente vicino alle nostre orecchie, ci chiamano, ci sorridono e ci fanno le boccacce come clown coloratissimi. Ma noi non li vediamo. Preferiamo numeri, equazioni, formule, preferiamo il mondo in bianco e nero dell'aritmetica a quello policromo, gioioso dell'immaginazione e dei miracoli. 
E' lo stesso mondo, diverso solo in apparenza.
Come siamo diventati noiosi!"

(Eran Kroband)